UniprJRC
commented
12 months ago Innanzitutto la ringrazio per il suo commento in quanto mostra una lettura molto attenta del libro.
Ogni persona ha il suo stile di programmazione. Io e tutto il gruppo di FSDA siamo cresciuti con l'indice i associato alle righe e l'indice j associato alle colonne, il simbolo n per indicare la numerosità campionaria, Xj per indicare una singola colonna della matrice X, Z per indicare la matrice degli scostamenti standardizzati...
Il libro è stato scritto a più mani (anche se ovviamente condiviso da tutti) e ogni persona ha il suo stile di programmazione. Ad esempio, nell'ultimo capitolo sulle serie storiche (curato prevalentemente dal prof. Tommaso Proietti dell'Università di Tor Vergata) si utilizza il simbolo vy per indicare il vettore y ed il simbolo mX per indicare che X è una matrice (cosiddetta notazione Ungherese). Una volta non c'erano gli strumenti di debug che ci sono ora e per vedere il contenuto di ogni singola variabile era necessario fare un print (ora basta semplicemente posizionarsi con il mouse su una determinata variabile per visualizzare automaticamente il contenuto). Di conseguenza, con la notazione vz si sapeva immediatamente che la variabile z era associata ad un vettore, oppure dal nome mZ si sapeva che la variabile Z era una matrice.
Le pagina https://instincthub.com/blog/6-rules-for-naming-variables-in-programming contiene una serie di regole per denominare le variabili. Le cosiddette naming conventions sono contenute in (https://en.wikipedia.org/wiki/Naming_convention_(programming))
Venendo alla sua domanda, è vero che a p. 290 il ciclo sulle colonne utilizza i e non j ma, come ha scritto lei stessa, non può essere in alcun modo considerato un errore.
Mi faccia sapere se ho risposto alla sua osservazione.
giusy927
L'esercizio 9.5 funziona correttamente, però mi chiedevo se forse è meglio utilizzare "j" e non "i" per indicare le colonne.