Si propongono alcune considerazioni e richieste di chiarimento circa l’aggiornamento in corso dell’Allegato 6 delle Linee guida Agid sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici e PDND Piattaforma digitale nazionale dati.
Viste le nuove le specifiche OpenAPI delle interfacce REST per il dialogo diretto tra i sistemi di protocollo informatico delle PA,
considerati l'obbligo per le PA di accreditarsi a PDND (CAD Art. 50 ter e Decreto 22 settembre 2022), l’Avviso PNRR Misura 1.3.1 "Piattaforma Digitale Nazionale Dati" dedicato ai comuni, per il quale DTD e ANCI hanno individuato come caso d’uso lo scambio dei documenti protocollati secondo le specifiche dell’All. 6, e le modalità di funzionamento di PDND che assicura il trust machine-to-machine tra sistemi informatici degli aderenti e sistemi informatici della Infrastruttura PDND, si elencano alcuni punti che si ritiene utile definire in modo chiaro ed esplicito nell’aggiornamento dell’All. 6:
realizzazione dell’implementazione delle interfacce di Protocollo esclusivamente tramite PDND. Il fine è evitare ambiguità e l'eventuale realizzazione del servizio in tre modalità differenti (REST “diretto”, SOAP “diretto” e in PDND), incluse le infrastrutture informatiche specifiche e necessarie per il funzionamento del servizio stesso
con il tramite esclusivo di PDND, si ritengono superati e non più necessari
individuazione dell’endpoint da indicare per ciascun ente nella relativa scheda IPA (All. 6, 3. Flussi di comunicazione, pag. 10 e 5. APPENDICE B)
utilizzo della sola modalità REST per l’interoperabilità di Protocollo, nonostante PDND consenta l’impiego anche di SOAP. La proposta è motivata dal fatto che si tratta di un servizio nuovo, in fase di realizzazione da parte degli enti e pertanto si può escludere l’esistenza di servizi già realizzati in SOAP; l’eventualità di implementare e gestire il medesimo servizio in entrambe le modalità risulterebbe estremamente onerosa.
Si evidenzia inoltre che il modello che sta alla base di PDND appare di difficile applicazione nell’interoperabilità del Protocollo. Ogni ente sarà al contempo erogatore e fruitore: come erogatore dovrà pubblicare l’e service dedicato al Protocollo e risulterà anche fruitore per il medesimo servizio di Protocollo pubblicato dall’ente con il quale sta scambiando il documento da protocollare. Nella fase iniziale di avviamento del servizio di Protocollo sarà necessario verificare e provvedere a molteplici e “incrociate” iscrizioni agli e service (richiesta, gestione, approvazione), con l’inevitabile rallentamento e complessità delle attività di protocollazione dell’ente.
Pertanto per limitare le criticità operative determinate dal flusso erogatore/fruitore di PDND, si ritiene auspicabile una semplificazione con l’introduzione di automatismi e/o la modifica del flusso erogatore/fruitore per gli e-service di Protocollo.
Si propongono alcune considerazioni e richieste di chiarimento circa l’aggiornamento in corso dell’Allegato 6 delle Linee guida Agid sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici e PDND Piattaforma digitale nazionale dati.
Viste le nuove le specifiche OpenAPI delle interfacce REST per il dialogo diretto tra i sistemi di protocollo informatico delle PA,
considerati l'obbligo per le PA di accreditarsi a PDND (CAD Art. 50 ter e Decreto 22 settembre 2022), l’Avviso PNRR Misura 1.3.1 "Piattaforma Digitale Nazionale Dati" dedicato ai comuni, per il quale DTD e ANCI hanno individuato come caso d’uso lo scambio dei documenti protocollati secondo le specifiche dell’All. 6, e le modalità di funzionamento di PDND che assicura il trust machine-to-machine tra sistemi informatici degli aderenti e sistemi informatici della Infrastruttura PDND, si elencano alcuni punti che si ritiene utile definire in modo chiaro ed esplicito nell’aggiornamento dell’All. 6:
realizzazione dell’implementazione delle interfacce di Protocollo esclusivamente tramite PDND. Il fine è evitare ambiguità e l'eventuale realizzazione del servizio in tre modalità differenti (REST “diretto”, SOAP “diretto” e in PDND), incluse le infrastrutture informatiche specifiche e necessarie per il funzionamento del servizio stesso
con il tramite esclusivo di PDND, si ritengono superati e non più necessari
utilizzo della sola modalità REST per l’interoperabilità di Protocollo, nonostante PDND consenta l’impiego anche di SOAP. La proposta è motivata dal fatto che si tratta di un servizio nuovo, in fase di realizzazione da parte degli enti e pertanto si può escludere l’esistenza di servizi già realizzati in SOAP; l’eventualità di implementare e gestire il medesimo servizio in entrambe le modalità risulterebbe estremamente onerosa.
Si evidenzia inoltre che il modello che sta alla base di PDND appare di difficile applicazione nell’interoperabilità del Protocollo. Ogni ente sarà al contempo erogatore e fruitore: come erogatore dovrà pubblicare l’e service dedicato al Protocollo e risulterà anche fruitore per il medesimo servizio di Protocollo pubblicato dall’ente con il quale sta scambiando il documento da protocollare. Nella fase iniziale di avviamento del servizio di Protocollo sarà necessario verificare e provvedere a molteplici e “incrociate” iscrizioni agli e service (richiesta, gestione, approvazione), con l’inevitabile rallentamento e complessità delle attività di protocollazione dell’ente.
Pertanto per limitare le criticità operative determinate dal flusso erogatore/fruitore di PDND, si ritiene auspicabile una semplificazione con l’introduzione di automatismi e/o la modifica del flusso erogatore/fruitore per gli e-service di Protocollo.